affinità bombarole

rinsaldato il patto atlantico

13 ottobre, 2008

Rienzi secondo Wagner (Kathi)

Avendo una mezza intenzione di portarlo a Bayreuth (forse non al Festspielhaus, ma al locale teatro cittadino...) la neo-direttrice-in-comproprietà del Festival più famoso e controverso del mondo si sta cimentando con Rienzi in quel di Brema.

Da solerte e convinta adepta del Regietheater, la biondissima pronipotina di Richard ha presentato - stando alla recensione di Catherine Hickley di Bloomberg - un tribuno con parrucca e lustrini, agghindato, impettito, buffonesco, incline al kitsch e con un ego-fuori-di-testa... da ricordare Berlusconi!

Fanno parte della farsa anche saloni di coiffeur e moderni aspirapolvere impiegati come armi di distruzione.

L’unico merito riconosciuto alla nostra è di aver tagliato un paio di ore delle sei che occupa la versione originale del bisnonno.

Il Quiz del lunedi - 5


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L’immagine qui riportata si riferisce a:

1. “I Lombardi alla Prima Crociata” di Verdi.

2. “Tannhäuser” di Wagner.

3. “Gli Ugonotti” di Meyerbeer.

4. “Pagliacci” di Leoncavallo.

5. “Rigoletto” di Verdi.

(la soluzione nella prossima puntata)
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Soluzione del Quiz n°4: L’Oro del Reno (Weimar, Schulz)

08 ottobre, 2008

Nulla di nuovo sotto il sole


Matthew Guerrieri di Soho the Dog ci segnala un’interessante iniziativa di The Onion, che oggi ripropone notizie e articoli pubblicati nel 1783.

Uno di questi riguarda un tema che è più che mai di attualità: l’influenza nefasta che certi spettacoli possono avere sulla mente umana, dei giovani in particolare.

Oggi il principale imputato è la TV, allora... l’opera lirica! Responsabile, come recita il titolo dell’articolo, del recente dilagare di regicidi: Federico, Re di Danimarca, Luigi, Re di Francia, Leopoldo, Re del Belgio. E anche l’impiccagione di Carlo, Re di Spagna, viene attribuita alle macchinazioni di un troppo assiduo frequentatore di spettacoli d’opera.

Come si conviene ad un giornale che deve educare, non manca il finale consiglio per i genitori: vigilate sui vostri figli, cogliete ogni minimo segno di cambiamento nel loro modo di essere, come portare vestiti troppo appariscenti, o parrucche, oppure cantare cose strane in lingua italiana o tedesca!

06 ottobre, 2008

Il Quiz del lunedi - 4




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L’immagine qui riportata si riferisce a:

1. “L’Amore delle tre Melarance” di Prokofiev.

2. “L’Oro del Reno” di Wagner.

3. “Tosca” di Puccini.

4. “Don Giovanni” di Mozart.

5. “Carmen” di Bizet.

(la soluzione nella prossima puntata)
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Soluzione del Quiz n°3: Aida (Berlino, Alden)

04 ottobre, 2008

Quando c’era Szell, certe cose non succedevano


Franz Welser-Möst è l’attuale direttore della Cleveland Orchestra, che per molti anni fu guidata da Georg Szell, un autentico gigante dell’interpretazione.

Accade che Donald Rosenberg, un famoso e stimato giornalista, critico musicale da più di 16 anni del locale quotidiano Cleveland Plain Dealer (uno dei più diffusi in tutto l’Ohio) avendo avuto l’incauta idea di scrivere pezzi piuttosto critici nei confronti dell’orchestra e soprattutto del direttore, sia stato trasferito ad altro incarico, con una motivazione che si colloca tra il bizzarro e il criminale: non si poteva tollerare la presenza di un critico prevenuto nei confronti di un direttore che ha con l’orchestra un contratto per molti anni (10) a venire.

Insomma, il critico non deve fare il critico, ma il procacciatore d’affari (di biglietti e abbonamenti, nel nostro caso) per l’orchestra.

Poi si scopre che il direttore del giornale siede nel consiglio di amministrazione dell’orchestra.

Bastava dirlo subito!
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03 ottobre, 2008

Ciarlatani alla ribalta

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Strofa I



Strofa II
















Strofa III








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Se vi state domandando “ma che idiozia è mai questa?”, significa che non capite nulla di poesia.

Così come non capite nulla di musica, se restate allibiti ascoltando 4’33’’ di John Cage.

01 ottobre, 2008

Ma a chi parlano?

Leggo oggi sul Il Manifesto una breve intervista a Luca Francesconi, nuovo Direttore artistico della Biennale di Venezia (sezione musica).

Spiega il premio alla carriera per Helmut Lachenmann, conferitogli perchè “...diversamente si asseconderebbe il paleomodernismo post-Lachenmann, che in Europa esiste soprattutto negli enclave di incompetenti, in cui si pensa ancora che quanto più si punti sul difficile, tanto più si eviti di sbagliare.”

Sul sito della Biennale troviamo le motivazioni del premio:

Amatissima e controversa, la musica di Helmut Lachenmann ha avuto ed ha una grande influenza sui compositori di almeno due generazioni. La concezione molto radicale e utopica a un tempo di un suono disseccato, spogliato di peso semantico fino a raggiungere uno stato che si può definire "minerale", ha emblematicamente siglato le estreme conseguenze dell'avanguardia musicale strutturalista. Ma contemporaneamente, e questo è l’aspetto forse più interessante e anche sorprendente, ha aperto un nuovo mondo sonoro forzando provocatoriamente i limiti della percezione. Nata da una concezione negativa dell'orizzonte semantico, ha infine dischiuso una nuova idea di linguaggio e, per così dire, una nuova forma di “verginità” della materia sonora.”

E Lachenmann stesso afferma:

In un’epoca in cui siamo circondati da musica in eccesso, la nostra facoltà di ascolto deve misurarsi sia con troppa complessità che con troppa banalità, e regolarsi di conseguenza. Il nostro compito oggi è quello di liberare questa facoltà penetrando al fondo della struttura di ciò che sentiamo. L’ascolto deve diventare percezione, deve essere deliberatamente dissotterrato, portato alla luce, provocato. Questa, secondo me, è la vera tradizione dell’arte occidentale.”

Risultato? Ce lo spiega lo stesso Francesconi:

Tutto ciò che abbiamo fa parte di un retaggio addirittura ottocentesco e non può passare attraverso il filtro del terzo millennio. Penso alle grandi orchestre sinfoniche: siamo sicuri che riusciremo a trasbordarle, con i costi e l’interesse che hanno? Non vorrei essere pessimista, ma forse avremo tre orchestre in tutta Europa, con un repertorio di una ventina di pezzi al massimo a mo’ di museo, visto che l’unico valore “fondante” sembra essere il profitto.”

Ecco, appunto.

30 settembre, 2008

Richard Wagner e il nazismo. 2

Il capo di imputazione.

Richard Wagner è accusato di essere oggettivamente responsabile dell’affermarsi del nazismo in Germania, e quindi delle drammatiche conseguenze che ciò provocò per milioni di ebrei (e non solo).


Le tesi dell’accusa.

Si basano sostanzialmente sulle seguenti constatazioni:

a) Wagner era dichiaratamente antisemita. Addirittura - nel famigerato libello Il Giudaismo in Musica, scritto nel 1850 e riportato alla ribalta quasi 20 anni dopo - contempla per gli ebrei una soluzione precisa: Untergang, letteralmente rovina, decadenza, tracollo.

b) Le opere di Wagner contengono, camuffato da espressione artistica, un vero e proprio programma politico antisemita.

c) Hitler non cessò mai di affermare di aver trovato nelle opere di Wagner l’ispirazione per la sua azione politica, che contemplò la distruzione fisica degli Ebrei.

Date tali premesse, le conclusioni sono praticamente automatiche: Richard Wagner è da considerarsi oggettivamente responsabile del trattamento riservato dal nazismo agli Ebrei. Egli in realtà si servì dell’arte come strumento per promuovere e diffondere nel mondo l’ideologia antisemita. Ergo: non solo i suoi scritti, ma anche le sue opere sono moralmente condannabili.


Le tesi della difesa.

Si appoggiano prevalentemente su queste considerazioni:

a) L’antisemitismo di Wagner si focalizzava sostanzialmente sul piano dell’arte, anzi dell’arte musicale, più che su quello politico generale; Wagner mai propugnò esplicitamente e compiutamente una soluzione violenta al “problema ebraico”.

b) Nelle opere di Wagner non c’è traccia esplicita di antisemitismo, men che meno di un - sia pure mascherato - “programma politico antiebraico”; al massimo, qualche compiacimento “artistico” nell’attribuire ad acuni personaggi i tratti caratteristici, soprattutto in fatto di musica, degli ebrei, o di “alcuni ebrei” che lui personalmente disprezzava.

c) Wagner era morto da 50 anni quando Hitler prese il potere.

Ergo: non si può addossare a Wagner alcuna responsabilità per i crimini del nazismo e il fatto che Hitler amasse Wagner non rende automaticamente Wagner un nazista, così come non sono necessariamente nazisti tutti coloro che - ancor oggi - amano (l’arte di) Wagner.

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Nelle prossime puntate presenterò alcune tesi dell’accusa e poi della difesa.

(2. continua)

29 settembre, 2008

Il Quiz del lunedi - 3


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L’immagine qui riportata si riferisce a:

1. “Cenerentola” di Rossini.

2. “Aida” di Verdi.

3. “Madama Butterfly” di Puccini.

4. “Il Segreto di Susanna” di Wolf-Ferrari.

5. “L’Italiana in Algeri” di Rossini.

(la soluzione nella prossima puntata)
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Soluzione del Quiz n°2: Don Giovanni (Salisburgo, Guth)

24 settembre, 2008

Di questa sentivamo tutti il bisogno

Chissà se è un side-effect del Rossini Opera Festival...

Fatto sta che alcuni giapponesini, incidentalmente produttori di auto, hanno avuto un’idea davvero americana, anzi: californiana!

A Lancaster, nel bel mezzo del deserto, hanno pavimentato 400 metri di strada in modo tale che un veicolo che vi passa sopra produce dei suoni che richiamano il finale della sinfonia del Guglielmo Tell!

Vi piace un presto alla Toscanini? Buttatevi a 130 MpH (la multa la paga lo sponsor...)

Preferite un allegro, ma non troppo, alla Pappano? Rilassatevi a 75 MpH!

Provare per credere!