affinità bombarole

rinsaldato il patto atlantico

12 maggio, 2021

Ritorno alla Scala

Il neo-ottantenne Maeschtre ieri sera ha guidato i suoi Wiener nella seconda serata di riapertura del Piermarini al pubblico.

Pubblico contingentato, ma che - credo grazie alla scappatoia della congiuntivite - ha riempito i palchi come non accade spesso nelle serate operistiche delle stagioni normali:

In compenso, la platea...

Dei Wiener ovviamente non si può dir che bene, se dall’ormai lontanissimo 1842 sono sulla cresta dell’onda, grazie alla cura che han sempre messo nel coltivare l’eccellenza sul piano artistico, ma anche quella sul piano della gestione di un organismo assai complesso e delicato (il tentativo di imitazione che proprio la Scala intraprese, con Abbado, ormai quasi 40 anni fa, ha sempre stentato proprio su quest’ultimo aspetto...)

Di Muti mi par di dover constatare che con l’età tende sempre più ad... ascetizzarsi (si può dire?) Tipo Celibidache o Klemperer, ecco: dalla Meerestille alla Quarta di Schumann alla Seconda di Brahms è stato tutto un gran sostenuto, nobile e austero, per carità, ma anche un tantino pedante.

E persino il Kaiserwalzer (regalo finale, preceduto da un lungo pistolotto... commemorativo) è stato contaminato dall’ascetismo.

In ogni modo, adesso che il ghiaccio è stato rotto, aspettiamo da via Filodrammatici qualche buona notizia sul futuro.  

06 maggio, 2021

Anche laVerdi getta il cuore oltre l’ostacolo

Ieri pomeriggio Ambra Redaelli (Presidente) e Ruben Jais (Direttore Generale e Artistico) hanno presentato in anteprima le principali tappe della ripartenza.

Intanto notizie confortanti (dati i tempi grami) riguardo lo stato di salute della Fondazione, che sta ormai raggiungendo l’obiettivo di riportare in termini sostenibili la propria situazione finanziaria, che in un passato lontano ma anche recente era stata un po’ un incubo perenne: dall’ipertrofico debito complessivo di quasi 55 milioni di € del 2015 si è passati a fine 2020 a meno di 10!

Alto, ma forse non disastroso, nonostante tutto, il calo di PIL del 2020, retrocesso a 7 milioni rispetto ai 9,5 del 2019 (-26,3%), nonostante i più che dimezzati proventi dal botteghino: il sostegno di istituzioni pubbliche, di generosi sponsor privati e dei numerosi appassionati ha quindi limitato i danni.

Pur fra mille difficoltà, l’Orchestra si è fatta udire in più di 150 concerti. Particolarmente positiva l’audience dei concerti in streaming, seguiti da più di mezzo milione di utenti.

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Jais ha quindi presentato le linee-guida della ripartenza: dal 19 maggio al 1° luglio l’Auditorium di Largo Mahler (ripristinato alla configurazione Covid, max 500 posti) ospiterà 7 concerti, sempre nei giorni di mercoledi e giovedi:

19-20/5    Krzysztof Urbański (Mozart-Beethoven)

26-27/5    Alondra de la Parra (Colasanti-Mozart-Dvorak)

2-3/6       Oleg Caetani (Brahms-Schumann)

9-10/6     Alpesh Chauhan (Campogrande-Poulenc-Mendelssohn)  

16-17/6   Thomas Guggeis (Copland-Ciajkovski-Brahms)  

23-24/6   Kolja Blacher (Mendelssohn-Mozart)  

30/6-1/7 Claus Peter Flor (Mozart-Brahms)  

Da luglio a settembre l‘Auditorum verrà sottoposto ad una cura... disintossicante: sostituzione di tutti gli impianti di aerazione e condizionamento, in ottica transizione-ecologica. Nel periodo di chiusura per lavori l’Orchestra potrà provare nella sala Abanella (sala prove della Scala) per preparare i concerti successivi.

Al Teatro Arcimboldi:

7-8/7      Manuel Coves (Turina-Bizet)  

14-15/7  Krzysztof Urbański  (Beethoven 9a)

E infine concerti all’aperto tra luglio e agosto.

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Il 12 settembre - incrociando le dita - Concerto inaugurale 21-22 alla Scala.

04 maggio, 2021

Muti torna alla Scala (con i Wiener...)

Martedi 11/5 Riccardo Muti torna alla Scala (che riapre al pubblico il 10 con Chailly) per una tappa di un tour insieme all’Orchestra viennese, che prevedeva concerti in mezza Europa ma che si ridurrà ai soli tre italiani (Ravenna il 9, Firenze il 10 e appunto Scala l’11). Cancellati tutti gli altri impegni (6 a Bruxelles, 7 a Parigi, 13-14-15-16 a Vienna): insomma, l’Italia si distingue per coraggio... aperturista!

Il programma del concerto (sempre lo stesso per tutte le date, confermate o cancellate) comprende la Calma di mare di Mendelssohn, la Quarta di Schumann e la Seconda di Brahms. (Per la verità a Ravenna il programma sarà spezzato su due appuntamenti - pomeriggio e sera - uno con Schumann e l’altro con Brahms.)

Avendo rocambolescamente arraffato uno dei rari ingressi disponibili, non vedo l’ora di tornare dentro il Piermarini, rimasto per me tabù dall'ormai remoto 16 ottobre (Mehta-Mahler).
    

03 maggio, 2021

Musica del 1° Maggio

È uscito oggi su Il Fatto Quotidiano un fulminante commento di Selvaggia Lucarelli sulla vicenda Fedez-RAI a proposito del concerto dello scorso 1° Maggio.

Come premio di consolazione... un ritorno alle origini.


23 aprile, 2021

Firenze ringrazia... Salvini

Sì, è vero che al capitano interessava riaprire soprattutto ristoranti e non teatri, tuttavia senza volerlo ha fatto un gran favore all’offerta culturale del Maggio, che si è fiondato sulla preda con fantastico tempismo, programmando la riapertura dell’OF al pubblico per lo stesso 26 sera!

Qualunque sarà il risultato della scommessa di Draghi (incrociamo le dita...) di sicuro un eventuale e disgraziato esito negativo potrà essere imputato a chiunque fuorchè agli appassionati dell’arte e della musica, che nessuna occasione concedono allo sbifido Covid per diffondersi ulteriormente: perchè a teatro si va come ad una funzione religiosa, non certo come ad una movida o ad una partita di calcio.

Quindi, complimenti e in bocca al lupo al Maggio!

 

22 aprile, 2021

Brahms da Torino e Milano

In attesa di capire che succederà dal 26 in fatto di musica in presenza, continuiamo ad accontentarci di quella in... assenza.

Poco fa da Torino abbiamo potuto ascoltare e vedere l’OSN RAI che ci ha proposto due esecuzioni a mio giudizio (sempre con i limiti legati all’ascolto tecnologico) di grande livello: la Terza (soprattutto, per me) e la Prima di Brahms dirette da Daniele Gatti, che ritornerà il 29 per completare il ciclo con Seconda e Quarta.

Domani laVerdi prosegue a sua volta il suo ciclo sinfonico di Brahms propio con la Terza diretta da Flor, ciclo che si chiuderà a maggio con la Quarta.


16 aprile, 2021

Si parla solo di riaperture

Mentre continuiamo a dover accontentarci dei pur meritori streaming (poco fa laVerdi ha ripreso dopo la sosta pasquale con una pregevole Seconda di Bramhs diretta da Flor) si comincia a parlare di riaperture serie e... irreversibili (questa me la segno subito).

Al primo posto c’è sempre qualunque cosa non abbia rigorosamente a che fare con la cultura: quindi avanti col cibo, con il fitness, con la cura della persona (dai capelli ai... piedi) e naturalmente con lo sport più popolare, il calcio, che ormai si appresta ad ammettere sugli spalti migliaia di tifosi che non vedono l’ora di sfogare il loro... tifo appunto e di assembrarsi gioiosamente ad ogni gol o numero degli eroi della pedata.

A chi osserva che in cinema e teatri non si va normalmente a fare il tifo, ma ad assistere - in religiosa compostezza e opportunamente distanziati - a spettacoli prodotti con i massimi livelli di sicurezza, si fa osservare come si tratti pur sempre di luoghi chiusi, dove il virus rischia comunque di circolare e poi c’è il solito problema di tutto ciò che accade fuori (prima e dopo lo spettacolo): insomma... meglio soprassedere ancora per un po’, ecco.  

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Chi può offrire spettacoli all’aperto gode ovviamente di qualche vantaggio: ad esempio Macerata e Martinafranca hanno già annunciato i rispettivi Festival che potrebbero risentire poco dei problemi da Covid.

Invece nel panorama comunque un po’ depresso delle iniziative culturali spicca un caso di apparente irresponsabilità, quello del ROF-XLII, il cui programma presenta la stessa identica struttura che ha caratterizzato almeno le ultime 20 edizioni (2020 esclusa): tre opere principali in cartellone, per 4 repliche ciascuna, una serata concertistica (lo Stabat) la serata conclusiva con un Gala al rinnovato Palafestival, più i due Reims accademici e concerti di canto quanto basta. E il tutto esclusivamente in luoghi chiusi! Non solo, ma le piante dei luoghi del festival ripropongono pari-pari la struttura di posti standard: ad esempio quella del Teatro Rossini sembra prevedere l’intera platea disponibile per il pubblico... (e gli orchestrali tornano in buca con tanti saluti a distanziamenti e sicurezza?) Stessa cosa per la Vitrifrigo Arena, che presenta come disponibili tutti i suoi 1200 e più posti!

Insomma, pare che a Pesaro abbiano intenzione di esorcizzare tutti i virus e varianti messi insieme... a noi non resta che fargli (e farci) i migliori auguri!


04 aprile, 2021

In Lombardia la diligenza corre più dell’elettronica

Naturalmente Attila Fontana parlerà di piccole e inevitabili sbavature che possono affliggere anche la Regione che resta la meglio organizzata in Europa... ecco qua: 

Lo scorso mercoledi 31/3 il mio medico di famiglia mi prenota un tampone molecolare presso la struttura fissa a ciò adibita, in quel di Sesto San Giovanni: i sintomi che presento (qualche linea di febbre) potrebbero nascondere la presenza dello sbifido virus. A mezzogiorno ho fatto il prelievo nasale e mi viene rilasciato un foglio per il ritiro del referto, normalmente entro 48 ore. Mi si conferma che il medesimo referto sarà anche disponibile online, sul mio FSE nell’apposita area-Covid.

Così a partire da venerdi pomeriggio (2/4) mi metto in trepida attesa (capirete: non si tratta di unghia incarnita, ma di questione di... vita o di morte!) Passano le ore e nulla accade. Poi, verso mezzanotte, arriva il sospirato SMS della Regione: il referto è disponibile sul mio FSE! Mi ci precipito sopra e - sorpresa - il referto è uccel di bosco!

Ci dormo (male) sopra e il mattino successivo ricomincio le mie esplorazioni: nulla di nulla. Allora, spazientito, arraffo la ricevuta e mi reco -  a piedi e con poche speranze - alla portineria del presidio sanitario di Sesto, adibita alla consegna del referto cartaceo. Miracolo a Milano! Il referto è disponibile! (per ovvie ragioni di privacy non ne rivelerò il contenuto, hahaha...) Evidentemente è arrivato lì trasportato da un furgone o da un pony che lo ha prelevato dal laboratorio di CàGranda, responsabile dell’analisi e del referto.

Torno a casa e - per pura curiosità - provo ancora ad esplorare il mio FSE: niente. Sapete quando il referto elettronico è comparso online? Dopo altre 6 ore!

Insomma, fate conto che un Frecciarossa e un Accelerato partano insieme da Milano Centrale alla volta di Roma Termini e che laggiù il Frecciarossa arrivi con qualche mezz’ora di ritardo rispetto alla lumaca. Tutto ciò non è meraviglioso?

E allora festeggiamo questo gran turbinio di accelerazioni, cambi di passo e colpi di reni come facevano i nostri bisnonni di fine ‘800!

01 aprile, 2021

A Pasqua vacciniamoci musicalmente in Russia

Se fosse una persona seria, quel tale che si fa chiamare capitano e vanta importanti amicizie a Mosca avrebbe già dovuto farsi regalare qualche milione di dosi di Sputnik così da accelerare l’arrivo delle condizioni che lui stesso dice di accettare per riaprire tutto dopo Pasqua e goderci finalmente la vita.

Ma ha già dimenticato ciò che è successo dopo la scorsa estate e poi a metà gennaio e ancora di recente (Sardegna docet): finchè non siamo tutti vaccinati, se si riapre è matematico che dopo un mese la curva torna ad impennarsi, e siamo daccapo. Anche perchè c’è un quarto degli italiani che, sposando la filosofia di vita virus del loro capitano, trasformano anche la più piccola delle aperture in un tana, liberi tutti. Per non parlare poi dei tanti specialisti spalmatori di morti e tinteggiatori abusivi di zone-Covid, capaci come per magia di coprire un rosso scarlatto con un giallo brillante...

E allora, finchè ogni giorno i morti, spalmati o meno, sono centinaia, teniamo bene i piedi per terra, le mascherine sul viso, tutte le restrizioni, diamo tempo al pennuto quanto pluri-mostrinato Gen.Figliuolo di bucarci tutti quanti e nel frattempo celebriamo (religiosamente) la Passione con Bach e (laicamente) la Pasqua con Rimski-Korsakov.

20 marzo, 2021

Ci siamo giocati anche la Sardegna

Senza aspettare il 27/3 ecco che anche la mosca bianca Sardegna ha deciso (per spirito patriottico, immagino!) di deludere... Franceschini. Così anche il simpatico Solinas ha solo perso tempo a inventare passaporti sanitari e credenziali tamponiche, chè lo sbifido virus gli ha risolto in un sol colpo tutti i problemi burocratici.

L’ultima newsletter della Scala, recapitata in questi giorni per posta prioritaria agli abbonati, ci informa tempestivamente, per la penna di Dominique Meyer, che c’è tuttora in giro una specie di virus che impedisce al Teatro di operare come da statuto della Fondazione. Ne prendiamo atto con vivo stupore, ma rassicurati che per la stagione 21-22 avremo sempre diritto alla prelazione senza oneri di qualunque tipo.

Ad allietare le nostre giornate, rafforzandoci nelle nostre inossidabili sicurezze sul processo di integrazione europea (che proprio nei momenti più difficili dovrebbe mostrare tutti i suoi vantaggi) sono arrivate ieri le assicurazioni del nuovo PM, benemerito salvatore dell’Europa dalle crisi finanziarie dell’ultimo decennio, che ci garantisce che noi (seguendo Merkel, Macron e i camerati della banda di Visegrád) ce ne andremo per i cazzi nostri a procurarci vaccini dove capita, se l’amata Europa non soddisferà più le nostre giuste pretese.

Ecco, più sovranisti di così non si può (Salvini&Meloni sentitamente ringraziano). E allora, ascoltiamo un sovranismo di quelli seri, nato non già a Visegrád, ma (sia pur non troppo lontano) a Vyšehrad.