Intanto
ci si dovrebbe chiedere: ma evitare l’agonia della musica classica (per l’opera
lirica le cose stanno un poco – ma poco poco – diversamente) è possibile, o
è un’impresa fallita in partenza?
Nel
secondo caso, inutile disquisire, fine del discorso e aspettiamo rassegnati gli
eventi.
Invece
c’è chi ancora spera nel miracolo, ma si divide – e anche radicalmente – sul che fare per realizzarlo. E a
fronteggiarsi sono perlomeno due (macro)scuole di pensiero, più le tante che su
di esse in qualche modo si possono far convergere.
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La
prima, che mi sembra essere maggioritaria, propone di aprire il mondo incartapecorito dei concerti, cercando ogni
possibile modo e mezzo per raggiungere nuova, fresca e giovane audience.
Quali
sono gli argomenti esposti da questa scuola? Si parte da rilievi fatti alla forma e alla sostanza della tradizionale ed attuale offerta di musica classica, per
proporre conseguenti soluzioni.
Intanto,
la forma: cazzo, possibile che ai
concerti, se uno arriva 10 secondi dopo che il direttore è salito sul podio,
non possa più entrare in sala, fino all’intervallo? E poi: perché se uno
applaude dopo un tempo intermedio di una sinfonia, viene zittito come fosse un
disturbatore di professione? E perchè gli orchestrali, che prima del concerto
stazionano fuori dalla sala in abbigliamento casual, e persino metal, entrano poi sul palco indossando
quei ridicoli frac a code neri,
corpetti e farfallino bianco, camicie col collo rivoltato all’insù? Dico: nel
2013, quando persino il Presidente degli
Stati Uniti d’America si presenta in televisione senza giacca e cravatta, e
con la camicia sbottonata? Suvvia!
Non
parliamo poi del pubblico cui si indirizza l’offerta (questo è – ancora per
poco – un problema di Paesi multi-etnici come gli USA, ma tra non molto lo sarà
anche per noi, nonostante tutte le Bossi-Fini
che possiamo inventarci): se vogliamo che il pubblico non sia una sparutissima
parte della sola maggioranza (ancora per poco) bianca e occidentale, ma anche
la componente della sempre più numerosa e futura maggioranza di extracomunitari
di provenienza islamica o africana o sudamericana, gente abituata a cantare o
ballare mentre ascolta la sua musica, o ad arrivare mezz’ora dopo l’inizio
dello spettacolo, o ad interloquire animatamente con gli esecutori durante la performance… che si fa?
E
poi, come facciamo ad attirare ai concerti la massa di giovani che conosce solo
il rock, il rap, il pop e il pip?
Risposta:
mettiamoli a loro agio, facendoli sentire come a casa propria!
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Qui
gli adepti della seconda scuola di pensiero (conservatori? bacchettoni,
retrogradi?) hanno buon gioco a domandare: quindi, per accontentare ed attirare
al prossimo concerto anche questi alieni,
gli permettiamo di entrare rumorosamente in sala proprio mentre il violino
solista attacca il tema del concerto di Beethoven? E poi tolleriamo che si
mettano a parlare, mentre è impegnato nelle veloci scale della Totenfeier, col contrabbasso in fondo
alla fila, chiedendogli perché per suonare usa l’archetto e non le dita? O tolleriamo
che si mettano a ballare nei corridoi della platea, perchè eccitati dal tema
principale della Settima di
Beethoven? Oppure, per metterli a loro agio e farli sentire a casa propria, sostituiamo
i timpani con bidoni di latta, i clarinetti con saxofoni e i violini con chitarre
elettriche?
Insomma,
che propongono i conservatori per salvare il futuro della musica classica? In definitiva, una cosa, una sola, ma assai
precisa: insegnarla nelle scuole, fin
da quelle materne! E, come supporto collaterale, farla oggetto di trasmissioni
TV – pubblica e privata - per i più piccini. Il razionale? O l’individuo lo si
cattura da piccolo all’interesse e all’apprezzamento della vera arte, oppure non c’è speranza alcuna:
sarà fatalmente vittima dei monotoni fracassi della musica pop, oppure si rifugerà nelle altrettanto monotone cantilene del muezzin di guardia.
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Cosa
ne pensi io, poco importa. Io so solo che se – a scuola – non fossi stato costretto a studiarla, oggi non saprei
nemmeno dell’esistenza della Divina
Commedia; o magari - inciampandoci per caso in Google cercando Taide, la
puttana - la liquiderei con disprezzo, perché non abbastanza porno.
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