ipocrisia pesciarolaia

vado a votare, ma non voto

31 gennaio, 2009

Non solo can-can


Les Contes d’Hoffmann, che Radio3 ha irradiato ieri sera dal Regio di Torino, fa giustizia di tanti luoghi comuni su Offenbach, di cui si ricorda solo il can-can dell’Orphée e, appunto, la Barcarolle dei Contes.


.

Désirée Rancatore era Olympia, da anni una sua specialità: nell'aria che la bambola meccanica canta nel secondo atto, la soprano (non sorpano come si legge sulla locandina del Regio) palermitana ha infilato una sfilza di MIb acuti (di cui forse solo uno è scritto in partitura) come nulla fosse.


.

Possiamo quindi perdonarle se sul suo sito ufficiale il compositore franco-tedesco viene sempre presentato come Hoffenbach..

29 gennaio, 2009

Bayreuth: Wagner sempre più dissacrato?


Kathi Wagner, dallo scorso settembre alla guida del Festival, ha già messo in mostra le sue personali attitudini nei riguardi degli allestimenti delle opere e dei drammi del bisnonno. In particolare con una controversa edizione dei Meistersinger, che nel 2007 segnò il suo debutto come regista a Bayreuth.

La nostra pare sia - artisticamente - innamorata di Christoph Schlingensief, altro campione di Regietheater, che ha deliziato (o nauseato, a seconda dei gusti) già per quattro stagioni, dal 2004, i pellegrini di Bayreuth con un Parsifal davvero innovativo.

E così ha espresso la volontà di ingaggiarlo ancora al Festival, oltre ad augurargli di guarire dal cancro al polmone che gli è stato diagnosticato di recente. E poi ne ha steso l’elogio in occasione dell’assegnazione al nostro del Premio della Cultura per il 2009 del tabloid B.Z.

C’è ancora da assegnare la regia (oltre che la direzione musicale) nientemeno che del Ring del bicentenario... non so se mi spiego.
.

26 gennaio, 2009

Per ricordare

.





Mne kazhetsa seichas — ya yudei.
Vot ya bryedupa dryevnemu Egiptu.
A vot ya, na kryeste raspyaty, gibnu,
i da sikh por na mne — sledi gvazdey.






Mi sento Ebreo.
Qui vago attraverso l’antico Egitto.
Qui muoio, inchiodato alla croce.
Ed ancora adesso ne porto le cicatrici.
.

25 gennaio, 2009

L’alfa e l’omega


Radio3, in 24 ore, ci ha presentato due poli estremi dell’opera, anzi del dramma-per-musica.

Sabato, da Amsterdam, abbiamo ascoltato il seicentesco L’Ercole Amante di Francesco Cavalli; domenica, dal San Carlo, il novecentesco Peter Grimes di Benjamin Britten.

Emozionante constatare l’incredibile cammino che il canto e la musica hanno compiuto in 300 anni! Davvero un fondamento della nostra civiltà.
.

23 gennaio, 2009

Die tote Stadt


Radio3, questa sera, ha irradiato l’opera più famosa di Erich Wolfgang Korngold, che ha inaugurato la Fenice, diretta da Eliahu Inbal.

La città morta del titolo è Brugge (Bruges per i francofoni): fossi un cittadino di quel simpatico (posso testimoniarlo personalmente) paesotto, sporgerei denuncia per diffamazione.

Abbastanza poco eseguita (però quest’anno, oltre alla Fenice, inaugura anche Londra, martedi prossimo) e meno ancora registrata (questo un riferimento in DVD) è un gradevole mantecato (su base wagneriana) di Richard Strauss e Franz Lehar, insaporito da un pizzico di espressionismo alla Alban Berg.

Che la musica descrittiva dei poemi di Liszt e Strauss e quella espressiva di Wagner&proseliti diventasse il riferimento per la grande produzione di musica da film della prima metà del ‘900 oggi appare quasi scontato, un fenomeno inevitabile. Di questo fenomeno Korngold è forse stato l’interprete più illustre e - in senso proprio - ricco.

Per chi fosse interessato ad un’esplorazione più seria del mantecato, c’è sempre il sommo Quirino Principe!
.

20 gennaio, 2009

Un quartetto di buon auspicio...

.









Itzhak Perlman, Gabriela Montero, Yo-Yo Ma, Anthony McGill
suonano in occasione dell'insediamento di Barack Obama.
.

Cambio della guardia


Martin Luther King e la musica


Nella sua autobiografia, l’apostolo della lotta per i diritti civili, così di attualità proprio oggi - il giorno in cui un nero giura come Presidente degli USA - ci rivela un aspetto forse poco noto della sua sfera privata. Ed ha a che fare con la musica.

“In un freddo pomeriggio domenicale del gennaio 1954, mi misi in viaggio da Atlanta, Georgia, verso Montgomery, Alabama. Era una di quelle chiare giornate invernali quando il sole adorna i cieli con tutta la sua radiante bellezza. Dopo essermi immesso in autostrada, mi capitò di accendere la radio. Fortunatamente, veniva trasmessa dal Metropolitan Opera la rappresentazione di una delle mie opere favorite - Lucia di Lammermoor di Donizetti. E così, con l’accattivante bellezza del paesaggio, l’ispirazione dell’inimitabile musica di Donizetti, e l’impareggiabile splendore dei cieli, la tipica monotonia che accompagna un viaggio relativamente lungo - specialmente quando uno è da solo - fu neutralizzata da interessanti diversivi.”
.
Matthew Guerrieri ha potuto risalire anche all’edizione precisa di quella Lucia che accompagnò King nel suo lungo viaggio, il 30 gennaio 1954.
.

19 gennaio, 2009

Il Quiz del lunedi cessa le pubblicazioni

.
Con la soluzione del Quiz n°18, I Maestri Cantori di Norimberga (Bayreuth, K.Wagner) questa rubrica chiude i battenti.

Non certo per mancanza di materia prima, tutt’altro (purtroppo) ma perchè “un bel gioco dura poco” (ammesso poi che fosse bello) e perchè dovrebbe aver ampiamente chiarito il messaggio che vi era sotteso. Giusto o sbagliato, concordato o discordato che fosse.
.

16 gennaio, 2009

Il caso Makropulos

Opera in tre atti dalla commedia di Karel Capek.
Libretto e musica di Leos Janacek.
Prima rappresentazione: Brno, Teatro Nazionale, 18 dicembre 1926.

La penultima opera di Janacek, che va in scena stasera alla Scala sotto la direzione di Marko Letonja e con Angela Denoke nel ruolo della protagonista, è sicuramente spiazzante per un pubblico, che non abbia cercato almeno dei ragguagli sulla commedia di Capek sulle vicende svoltesi nei 300 anni precedenti i fatti, che Janacek narra e commenta musicalmente.
Il grande musicista moravo infatti li fa lentamente affiorare man mano che la trama si sviluppa attorno al personaggio della bellissima e grandissima cantante trentasettenne, per la quale tutti gli uomini impazziscono e che lei tratta con gelida aridità e cinismo, anche quando - poco più che un ragazzo - uno di loro si suicida per amore di lei.
La commedia di Capek, che presenta un'ambientazione riflettente un po' la allucinata e burocratica Praga di Kafka, inquadrava l'avventura magico-fantastica della protagonista in un contesto sociale descritto analiticamente: la lite giudiziaria per l'eredità, il giovane spiantato che la rivendica, l'avvocato professionalmente ineccepibile che non crede alle sconcertanti rivelazioni di Emilia Marty -questo l'ultimo pseudonimo della cantante- ma poi è costretto a scusarsi e non rimane insensibile al fascino di lei, l'archivista e la giovane figlia, promessa della lirica e fidanzata del giovane che si suiciderà per Emilia, il vecchio e rimbambito nobile spagnolo precedente amante della donna costituiscono una galleria di personaggi e di situazioni, che nell'opera di Janacek ruotano freneticamente attorno a Emilia Marty, l'unico grande vortice drammatico che accentra su di sé l'attenzione del musicista.
Solo alla fine del terzo atto l'enigma verrà sciolto e il documento che lo comprova distrutto, mentre la protagonista muore volontariamente: la parentesi aperta 337 anni prima si chiude definitivamente con la fine dell'incantesimo e la scomparsa dell'elemento fantastico dal grigiore della vita quotidiana dei personaggi che sopravvivono.
Il caso Makropulos è un'opera "di conversazione", i fatti accadono quasi tutti fuori scena e il canto è in grandissima parte un declamato ai limiti dello "Sprechgesang", ma l'orchestra, che alla fine sfocia in un formidabile climax, assume un ruolo da grande co-protagonista ed è nelle sue armonie sempre più tormentate che si esprimono sensazioni, sentimenti, azioni dei personaggi del dramma.
In breve, Elina Makropulos, figlia di Hieronymus -medico di corte dell'Imperatore Rodolfo II, ingerisce in qualità di cavia una pozione capace di prolungare la vita di tre secoli, ma l'apparente iniziale inefficacia di essa porterà il padre alla condanna a morte. Elina invece sopravviverà cambiando una quantità di mariti e amanti e disseminando per il mondo figli, del cui destino si disinteressa completamente. Tutti i suoi psudomini conservano però nei secoli le iniziali E. M.: Ekaterina Myshkin, Eugenia Montez, Ellian MacGregor, infine Emilia Marty. Il tempo, che scorre senza che la sua bellezza sia incrinata, le permette di raggiungere una insuperabile perfezione nel canto, che la giovane Krista ammira in modo sconfinato. Per questo Emilia morendo consegnerà a lei la formula della pozione magica, recuperata in cambio di una notte d'amore con il discendente di un suo antico amante, che la deteneva, ma che la ragazza dà alle fiamme al calar del sipario.
Se questa è più o meno la trama, l'ordito della narrazione è la causa per l'eredità dell'antico amante di Ellian MacGregor, lasciata al loro figlio illegittimo. Gregor, discendente di quest'ultimo, con l'aiuto di Emilia -interessata in realtà al recupero della formula allegata al testamento nasacosto- potrà rientrarne in possesso, ma il suo folle amore per Emilia riceverà gelo e disprezzo.
Solo alla fine la splendida donna incapace di amare veramente si "umanizza" e avverte il logoramento della sua lunga vicenda. "Stanca la terra, stanco il il cielo! E sappi che anche l'anima muore" confessa prima di pronunciare la sua ultima dura sentenza sulla felicità degli uomini: "Sciocchi, siete felici per la stupida ragione che presto morirete". Poi si pegne recitando in greco il Pater noster, accompagnata da una musica di grande impatto emotivo.
E' difficle commentare sinteticamente un lavoro così lontano dai modelli più comuni del teatro musicale. Si può solo consigliare agli spettatori di impadronirsi bene del libretto prima di ascoltare la musica, per concentrare l'attenzione sul suono della magnifica orchestra che lo accompagna e lo integra in modo imprescindibile.