Con
le doverose riserve da fare riguardo la qualità dell’ascolto radiofonico, questo
mi è parso un esordio abbastanza positivo per questo Festival. E proprio grazie
alla concertazione di Gatti, un approccio abbastanza sostenuto, ma scevro da
eccessiva enfasi e retorica. Mirabile il Vorspiel per scavo minuzioso
del suo contenuto squisitamente sinfonico.
Così
come il concertato finale del second’atto, condotto con trasparente chiarezza,
laddove spesso si ode un informe e magmatico vulcano sonoro. E poi il Preludio
del terz’atto, una cosa da mozzare il fiato, con l’accorata meditazione di Sachs
che anticipa strumentalmente il grandioso Wacht auf! cantato poi dal
popolo in omaggio al wonnigliche Nachtigall, l’usignolo del Wittenberg,
padre della moderna cultura tedesca.
Orchestra e coro sui loro altissimi standard.
Quanto alle voci principali, personalmente promuoverei il Walther di Spyres e la Eva della Nilsson. Non mi hanno invece incantato né il Sachs di Zeppenfeld, voce quasi sgradevole per un personaggio di grande nobiltà, né il Beckmesser di Nagy, eccessivamente parodistico. Tanto per fare riferimento alla produzione scaligera del 2017, Volle e Werba erano di parecchi gradini al di sopra…
Non male il Pogner di Park, a parte la pronuncia alla barone-Ochs di straussiana memoria. Bene anche il segretario della Gilde, Kothner, impersonato da Shanahan e il David di Stier, con la sua babbiona Magdalene (Mayer al secolo).
Della regia posso solo prendere atto del benevolo giudizio della Susanna Franchi, inviata sul posto da Radio3; ma devo proprio esecrare l’impiego davvero esorbitante di applausi sulla scena, nel finale ritrovo sulla spianata della Pegnitz, ridotto a carnevalata che copriva la musica.
A proposito di Radio3, trasmetterà in diretta anche i prossimi padre-figlio (Parsifal-Lohengrin) rispettivamente il 30/7 e il 1/8.
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