09 dicembre, 2014

Chiarito l’equivoco Florestan




















Certo, da un direttore d’orchestra cosa pretendere di più?

4 commenti:

  1. @mozart2006
    Qui non so se sia da chiamare in causa Freud o semplicemente la teoria dei... sinonimi allitterativi, allora:
    Florestan -> Florian -> Flor.
    Poi il nome è (in pratica) lo stesso: Claus -> Klaus.

    Ma ciò che fa ridere (per non piangere) è che un critico autorevole che scrive sul più diffuso quotidiano italico non controlli nemmeno i nomi che cita, prima di darli alle stampe. E purtroppo o magari non è neanche tutta colpa sua, ma di chi lo obbliga - per la "prima" della Scala! - a trasmettere il testo in 30 secondi, oltre che a stare in un paio di "twittate" al massimo.

    Ecco, questo è un altro, piccolo sintomo del degrado culturale in cui siamo precipitati.

    Ciao!

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  2. Uh, povero Angelo...quando lo vedo gli chiedo come è nato 'sto casino.
    E non per difendere Foletto, ma ovvio che la fretta e la necessità di una concisione malata non aiuta.
    Qui a TS il quotidiano manco pubblica recensioni di spettacoli teatrali, né lirica o sinfonica, né prosa. Ho intrapreso, come forse saprai, una battaglia sul blog per questo motivo ma - in buona sostanza - al di là di qualche tiepida apertura del direttore del Piccolo, è stato tempo perso. O meglio non perso perché io ci credo (altrimenti non avrei neanche cominciato) ma, diciamo così, un investimento di risorse poco produttivo :-)
    Ciao daland

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  3. @Amfortas
    Sì, credo proprio che il povero Foletto sia stato vittima dello stress per incorrere in quel lapsus.
    Quanto a sostegno alla cultura, siamo proprio alla canna del gas... Ormai il numero di righe che i quotidiani allocano agli eventi culturali si approssima allo zero. Non parliamo delle pubbliche istituzioni che dilapidano i soldi nostri in combutta con le più diverse mafie, e poi non trovano risorse per chi è senza lavoro o per sostenere chi cerca di mantenere almeno a galla le fonti di produzione della cultura.
    Deprimente, ma soprattutto non si vede alcuna inversione di tendenza, a dispetto di tutti i #cambiareverso da cui siamo quotidianamente inondati.
    Ciao!

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