@mozart2006 Qui non so se sia da chiamare in causa Freud o semplicemente la teoria dei... sinonimi allitterativi, allora: Florestan -> Florian -> Flor. Poi il nome è (in pratica) lo stesso: Claus -> Klaus.
Ma ciò che fa ridere (per non piangere) è che un critico autorevole che scrive sul più diffuso quotidiano italico non controlli nemmeno i nomi che cita, prima di darli alle stampe. E purtroppo o magari non è neanche tutta colpa sua, ma di chi lo obbliga - per la "prima" della Scala! - a trasmettere il testo in 30 secondi, oltre che a stare in un paio di "twittate" al massimo.
Ecco, questo è un altro, piccolo sintomo del degrado culturale in cui siamo precipitati.
Uh, povero Angelo...quando lo vedo gli chiedo come è nato 'sto casino. E non per difendere Foletto, ma ovvio che la fretta e la necessità di una concisione malata non aiuta. Qui a TS il quotidiano manco pubblica recensioni di spettacoli teatrali, né lirica o sinfonica, né prosa. Ho intrapreso, come forse saprai, una battaglia sul blog per questo motivo ma - in buona sostanza - al di là di qualche tiepida apertura del direttore del Piccolo, è stato tempo perso. O meglio non perso perché io ci credo (altrimenti non avrei neanche cominciato) ma, diciamo così, un investimento di risorse poco produttivo :-) Ciao daland
@Amfortas Sì, credo proprio che il povero Foletto sia stato vittima dello stress per incorrere in quel lapsus. Quanto a sostegno alla cultura, siamo proprio alla canna del gas... Ormai il numero di righe che i quotidiani allocano agli eventi culturali si approssima allo zero. Non parliamo delle pubbliche istituzioni che dilapidano i soldi nostri in combutta con le più diverse mafie, e poi non trovano risorse per chi è senza lavoro o per sostenere chi cerca di mantenere almeno a galla le fonti di produzione della cultura. Deprimente, ma soprattutto non si vede alcuna inversione di tendenza, a dispetto di tutti i #cambiareverso da cui siamo quotidianamente inondati. Ciao!
Dalla Malesia con furore? :D
RispondiElimina@mozart2006
RispondiEliminaQui non so se sia da chiamare in causa Freud o semplicemente la teoria dei... sinonimi allitterativi, allora:
Florestan -> Florian -> Flor.
Poi il nome è (in pratica) lo stesso: Claus -> Klaus.
Ma ciò che fa ridere (per non piangere) è che un critico autorevole che scrive sul più diffuso quotidiano italico non controlli nemmeno i nomi che cita, prima di darli alle stampe. E purtroppo o magari non è neanche tutta colpa sua, ma di chi lo obbliga - per la "prima" della Scala! - a trasmettere il testo in 30 secondi, oltre che a stare in un paio di "twittate" al massimo.
Ecco, questo è un altro, piccolo sintomo del degrado culturale in cui siamo precipitati.
Ciao!
Uh, povero Angelo...quando lo vedo gli chiedo come è nato 'sto casino.
RispondiEliminaE non per difendere Foletto, ma ovvio che la fretta e la necessità di una concisione malata non aiuta.
Qui a TS il quotidiano manco pubblica recensioni di spettacoli teatrali, né lirica o sinfonica, né prosa. Ho intrapreso, come forse saprai, una battaglia sul blog per questo motivo ma - in buona sostanza - al di là di qualche tiepida apertura del direttore del Piccolo, è stato tempo perso. O meglio non perso perché io ci credo (altrimenti non avrei neanche cominciato) ma, diciamo così, un investimento di risorse poco produttivo :-)
Ciao daland
@Amfortas
RispondiEliminaSì, credo proprio che il povero Foletto sia stato vittima dello stress per incorrere in quel lapsus.
Quanto a sostegno alla cultura, siamo proprio alla canna del gas... Ormai il numero di righe che i quotidiani allocano agli eventi culturali si approssima allo zero. Non parliamo delle pubbliche istituzioni che dilapidano i soldi nostri in combutta con le più diverse mafie, e poi non trovano risorse per chi è senza lavoro o per sostenere chi cerca di mantenere almeno a galla le fonti di produzione della cultura.
Deprimente, ma soprattutto non si vede alcuna inversione di tendenza, a dispetto di tutti i #cambiareverso da cui siamo quotidianamente inondati.
Ciao!