ricongiungimenti

Maurizio & Claudio

06 gennaio, 2008

Il Ring: una “vision” pazza? (VI)

Concludiamo il sunto dell’analisi del Ring di Paul Brian Heise con le conclusive considerazioni, relative a Götterdämmerung.

Questo dramma finale racconta le tragiche conseguenze del tradimento di Siegfried. L’involontario tradimento del segreto dell’inconscia ispirazione artistica e del tesoro proibito di auto-conoscenza dell’Umanità, portato da Siegfried alla luce, alla conoscenza aperta. Siegfried, involontariamente, così predice il tradimento della sua musa Brünnhilde: in risposta alla dichiarazione della donna, che afferma il suo amore per lui essere unicamente motivabile dal fatto che lo ispira a intraprendere nuove avventure (eroci atti di manifestazione artistica) e gli ricorda di avergli donato ciò che gli dèi le avevano insegnato (un Tesoro di sacre rune) Siegfried afferma di aver ricevuto da lei di più di quanto egli sappia custodire.

In effetti Siegfried ci ha qui riassunto l’intera vicenda del Götterdämmerung: l’insegnamento di Brünnhilde lascia Siegfried ignorante poichè lei è la sua mente inconscia, da cui lui può trarre ispirazione, pur rimanendone inconsapevole; dicendo a Brünnhilde che lei gli ha dato più di quanto lui sappia custodire, Siegfried involontariamente anticipa che potrebbe rivelare quel segreto taciuto - che a lei era stato trasferito da Wotan e che lei gli aveva nascosto - pur rimanendone inconsapevole.

L’Anello racchiude tutte le virtù delle sue imprese, dice Siegfried, perchè il Tesoro di conoscenza di Alberich (la maledizione) e la futile aspirazione di Wotan di redimersi da esso, inconsciamente ispirano Siegfried a creare le sue imprese artistiche redentrici. È solo attraverso le virtù di Brünnhilde, dice Siegfried, che egli ancora intraprenderà nuove avventure: è lei che sceglie per lui le sue imprese, poichè l’autentica inconscia ispirazione dell’Artista è involontaria, non comporta una scelta consapevole, ma sgorga da una necessità naturale.

Adesso vediamo come Hagen, lo spirito scientifico e scettico del mondo moderno, forzi Siegfried a disfarsi della sua ispirazione artistica, dandola in pasto al suo uditorio, i Ghibicunghi. Le due pozioni di Hagen, prese insieme, rappresentano la meravigliosa summa del Ring! Che condensa l’eredità di tutta l’esperienza umana, il nostro tesoro di conoscenza (che Siegfried ha ereditato, uccidendo Fafner) in un’unica opera d’arte, e che ha sintetizzato questo patrimonio di significati - derivati da esperienze ampiamente diffuse in tempo e spazio - in motivi musicali, che contengono la potenza del tutto.

Loge rappresenta le nostre capacità artistiche di auto-inganno, e guarda caso i temi del Tarnhelm, della trasformazione di Loge e della pozione di Hagen sono strettamente apparentati. Siegfried in effetti è l’involontario esponente dell’artistico auto-inganno di Loge. Proprio come Loge potè redimere gli dèi dalla loro prima crisi, co-optando il potere dell’Anello e del Tarnhelm, per riscattare Freia, l’ideale degli dèi, dall’immanente reclamo dei Giganti... così Siegfried ha evitato la loro potenziale seconda crisi strappando Anello e Tarnhelm a Fafner, con ciò tenendo il potere dell’Anello lontano da Alberich. E ciò ha consentito a Siegfried di risvegliare Brünnhilde per ottenere dal lei ispirazione a produrre imprese artistiche che diano all’ideale lascito del Walhall una nuova, seppur breve, occasione di vita.

Non ci si deve perciò sorprendere che Alberich e Loge abbiano divinato che Loge tradirà gli dèi, e che Alberich e Wotan abbiano previsto che Alberich avrebbe aizzato gli eroi di Wotan contro di lui. Il destino di Siegfried materializza quelle profezie: egli è l’eroe su cui Hagen, rappresentante della cultura di Alberich, getta un maleficio per far sì che Siegfried tradisca la speranza di redenzione degli dèi attraverso l’amore, cioè la redenzione attraverso l’Arte.

Siegfried soddisfa l’involontario appetito di auto-inganno di Gunther e Gutrune, proprio come Loge aveva soddisfatto quello degli dèi. La sala dei Ghibicunghi è, in effetti, un secolare Walhall. Trasformandosi, grazie alla magìa del Tarnhelm, in Gunther, per tradire la sua musa Brünnhilde e metterla nelle mani di Gunther, e sposando la falsa-musa Gutrune (questo rappresenta il tradimento che Wagner perpetra nei confronti del segreto della sua musa, in vista dell’approvazione del suo pubblico) l’artista Siegfried rende l’uditorio dei Ghibicunghi indistinguibile da se stesso, rivelando a loro quei segreti che la sua mente inconscia aveva nascosto a lui stesso. Wagner infatti disse che lui, l’artista, attraverso i suoi motivi musicali rende l’uditorio consapevole del segreto del suo intento poetico. Così possiamo capire perchè Wagner afferma che, per l’autentico artista, la sua arte rimane un mistero.

Ponendo la sua mente inconscia (Brünnhilde - cioè i suoi motivi musicali, che hanno conservato il segreto del suo intento poetico) nelle mani del suo uditorio, e rivelando il tesoro proibito della pericolosa auto-conoscenza (rappresentata dall’Anello, il cui potere Brünnhilde aveva tenuto al sicuro) invece di dare al suo uditorio un’opera d’Arte redentrice, Siegfried ora rivela al pubblico ciò che il suo capolavoro avrebbe dovuto nascondere perfino a se stesso, l’inconscia fonte di ispirazione della sua Arte. Egli dà al suo uditorio il Not di Alberich, invece del Wahn di Wotan. Ciò spiega perchè Hagen grida che il pericolo (Not) si avvicina (e i suoi vassalli rispondono di conseguenza) e osserva che Siegfried ha protetto fino ad ora Gunther (il suo uditorio) da questo pericolo, quando annuncia l’arrivo di Gunther con Brünnhilde!

Brünnhilde collabora con Hagen per distruggere Siegfried perchè questi ha involontariamente tradito il segreto, precedentemente mantenuto dalla sua incosapevole mente, al mondo scientifico. Perciò l’ammonimento di Alberch a Wotan (che il suo tesoro sarebbe alla fine salito dalle oscure profondità alla luce del giorno, e che gli eroi di Wotan avrebbero servito Alberich) si avvera, dacchè Siegfried stesso ha innalzato il tesoro di Alberich alla luce del giorno. Brünnhilde lo conferma quando confessa ad Hagen e Gunther che lei diede tutte le rune (il tesoro di conoscenza che Wotan le aveva insegnato, dopo averlo a sua volta ricevuto da Erda) a Siegfried, solo per vedersi poi da lui consegnata a Gunther.

Quindi, Siegfried ha rivelato quella conoscenza proibita, che Wotan - confessandola a Brünnhilde, aveva presupposto dovesse rimanere per sempre taciuta - costringendo Brünnhilde a sposare Gunther (il suo pubblico) senza amore, e strappando a forza, dalle sue mani protettive, l’Anello. Con ciò Siegfried ha privato se stesso e il suo pubblico della redenzione di Brünnhilde dalla maledizione di Alberich, la maledizione della consapevolezza. Come Brünnhilde rivela ad Hagen, Siegfried è rimasto inconsapevole di essere protetto dalle di lei magiche rune nella parte anteriore del corpo; cioè, proteggendo Siegfried dalla preveggenza di Wotan della sua inevitabile e vergognosa fine, la magìa di Brünnhilde rese Siegfried senza paura. Tradendo ora Brünnhilde, Siegfried ha perso il dono della sua protezione (fatto cui alluderanno le Figlie del Reno più tardi) e ha quindi tradito il segreto della sua vulnerabilità ad Hagen, che lo potrà quindi colpire alle spalle, con il fatale ricordo della sua vera identità.

Wagner può aver derivato la nozione di Brünnhilde, che protegge Siegfried dalla conoscenza del futuro, dalla figura di Prometeo (che dice “grazie a me l’Umanità ha cessato di prevedere la sua morte”). In effetti questa storia assomiglia molto a quella di Brünnhilde, che - come la madre Erda - dà all’Uomo la preveggenza di ciò che egli teme (insegna a Siegfried la paura) e nello stesso tempo redime l’Uomo da quella conoscenza e dalla paura da essa ingenerata (così Siegfried può dimenticare la paura che lei stessa gli ha insegnato). In altre parole: l’Arte di Siegfried gli è inconsciamente ispirata da quella stessa conoscenza del significato della paura dell’Uomo, che essa cerca di nascondere.

Quando Siegfried, nel suo orgoglio, rifiuta di dare l’Anello alle Figlie del Reno, in modo che esse possano lavare via la maledizione di Alberich, in effetti egli rifiuta di cercare rifugio nella musica (il canto di Brünnhilde). Si rifiuta di consegnare la conoscenza all’oblìo della mente inconscia per redimersi dalla Verità e con ciò - come gli dicono le Figlie del Reno - involontariamente rinuncia al dono di Brünnhilde, la sua protezione. In effetti, Brünnhilde, l’inconscio di Siegfried, nelle cui mani protettrici lui aveva lasciato l’Anello, era per lui l’artificiale surrogato al seguire il consiglio di Loge (gettare l’Anello della consapevolezza nel Reno del pre-conscio). Rifiutando sprezzantemente l’offerta delle Figlie del Reno di por fine alla maledizione dell’Anello (poichè esse hanno fatto appello alla sua paura) per la prima volta Siegfried è divenuto concettualmente conscio dell’originale credenza di Wotan, facendo proprio il principio secondo cui la Vita non sarebbe degna di essere vissuta se egli dovesse riconoscere che la paura (Fafner) è una motivazione più forte dell’Amore.

Conseguentemente, quando Hagen ritrova Siegfried, annuncia ai Ghibicunghi di aver trovato dove Siegfried (cioè l’impulso religioso di Wotan) si è rifugiato: il Reno. Il desiderio di restituire l’Anello della consapevolezza al Reno della pre-consapevolezza è la metafora di Wagner di ciò che egli stesso descrisse come il futile tentativo dell’Umanità di ripristinare la perduta innocenza. Wagner capiva che questo era stato il motivo principale alla base della storia dell’Umanità, un desiderio soddisfacibile solo attraverso Religione ed Arte. E non a caso era stato proprio Loge, il dio dell’auto-inganno, a insistere perchè l’oro di Alberich fosse restituito alle Figlie del Reno.

Come riesce Hagen ad esporre Siegfried alla distruzione, visto che in Siegfried la fede religiosa è retrocessa dal pensiero al sentimento, dalla testa al cuore, dalla potenza all’amore? Hagen chiederà a Siegfried di rivelare come imparò a interpretare il linguaggio degli uccelli. Siegfried userà la musica - i temi musicali di Wagner - come chiave per aprire il suo inconscio (Brünnhilde) ed esporre così il suo tesoro proibito di conoscenza alla luce del giorno. Istigato da Hagen, Siegfried - e Wagner con lui! - userà la musica come pensiero. Così come il pensiero di Wotan era stato trasformato in sentimento da Brünnhilde, Siegfried, rivelando il significato del canto dell’Uccellino del bosco, ritrasformerà il sentimento nel pensiero (finora taciuto) che lo aveva originariamente ispirato. Molto a proposito quindi, alla domanda di Siegfried “Brünnhilde gli (a Gunther) provoca pena?”, Hagen risponde “Se egli potesse capirla come tu comprendi il canto degli uccelli!”

Quando Siegfried versa il vino - chiamato da Gunther il suo sangue - sul terreno, dicendo che rinfrescherà Madre Terra, egli involontariamente riconosce che soccomberà ad Hagen come sacrificio di espiazione a Erda, la madre-terra, per aver perpetuato il peccato religioso di Wotan di negazione del mondo, di pessimismo, attraverso l’Arte. Alberich aveva maledetto l’Anello proprio per punire questo peccato, il peccato di Wotan contro tutto ciò che fu, è e sarà (la saggezza di Erda) e Siegfried sarà per questo martirizzato.

L’incitamento di Hagen (il suo spirito scientifico) a Siegfried perchè egli interpreti concettualmente la musica dell’Uccellino per il suo pubblico (i Ghibicunghi) e il fatto che Siegfried narri l’eroica storia della sua vita col canto, raccontando la favola di come Wagner ereditò sia il tesoro dell’Umanità di amara conoscenza della Verità, sia il religioso imperativo di consegnarlo all’oblìo per sostituirlo con una consolante fantasia, è la descrizione che Wagner ci fa della sua presentazione del Ring a noi, il suo pubblico. Egli lo visse come un atto di musica reso visibile.

La fatale pozione che Siegfried potè rifiutare allorquando gli venne offerta dalla razionalità di Wotan (Mime) poichè era allora protetto dalla musica dell’Uccellino, e dalla sua mente inconscia (Brünnhilde), adesso Siegfried l’accetta da Hagen precisamente nel momento in cui narra dell’insuccesso di Mime nel cercare di fargliela bere. Non per nulla, il motivo della pozione di Hagen è imparentato con quelli del Tarnhelm (Mime) e della trasformazione di Loge.

Ora che Siegfried (Wagner!) ha tradito il suo inconscio alla consapevolezza, il suo raccontarci di come creò il Ring ha risvegliato la memoria della sua stessa identità. Wagner sembra qui dirci che se i motivi musicali del suo Ring, che contengono la chiave del profondo segreto della sua ispirazione, il taciuto segreto del suo (e di Wotan) intento poetico, sono correttamente interpretati, ciò porrà fine all’Arte di ispirazione inconscia, poichè Brünnhilde - inconscia mente e musa dell’Artista - si sveglierà per sempre. Gli occhi di Brünnhilde, come ci dicono le ultime parole di Siegfried “sono adesso aperti per sempre”. Wagner qui confessa di aver - inconsciamente e involontariamente - collaborato con il mondo moderno nel vanificare quella redenzione per ottenere la quale aveva immaginato la sua Arte rivoluzionaria.

Il Ring si chiude con l’estremo giudizio di Brünnhilde su di noi, la specie umana, per aver usato l’innocenza dell’eroe-artista come involontario servizio alla nostra paura ed ipocrisia, per sacrificarlo, in fin dei conti, alla scienza moderna, alla maledizione della consapevolezza. Il suo giudizio su Wotan (wagneriana metafora dell’Uomo storico) è che, nel coinvolgere l’eroe-artista nel suo crimine di auto-inganno, egli ha predestinato l’eroe a distruzione certa per mano della Verità, ciò che inevitabilmente noi finiamo per portare alla luce. Gunther e Gutrune, rappresentanti dell’Uomo moderno - il pubblico di Wagner - inorridiscono all’idea di aver permesso al pensiero scientifico e secolare (Hagen) di trascinarli, per sete di potere, a martirizzare quell’eroe, l’eroe-artista-saggio, che aveva dato un significato alla loro vita.

La tragedia, come dice Brünnhilde, è che Siegfried ha dovuto tradire l’Amore e la Musica affinchè la sua mente inconscia, una donna (lei) potesse divenire saggia perchè completamente conscia. Ora Brünnhilde conosce tutto in modo cosciente e la conoscenza di sua madre (Erda) non svanisce più dinanzi a lei.

Il colmo dell’ironia in questa tragedia è che, nel tentativo di garantire al mistero religioso un ulteriore spazio di vita in un mondo sempre più scientifico e de-mitologizzato, Wagner il Nibelungo ha involontariamente sollevato l’ultimo rifugio della Religione, il mistero dell’inconscia ispirazione artistica, dalle silenziose profondità della sua mente inconscia, alla luce del giorno. In tal modo esponendo alla consapevolezza e rivelando apertamente l’ultimo mistero dell’esistenza, fin lì tenuto segreto nel suo notturno seno.

(fine)

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